Campagna #16 giorno #5: La psicologa: “Molte Donne detenute che seguiamo hanno sperimentato la violenza”

Lina Riachi – Ph.D in psicologia è la coordinatrice di Ajem Ong locale impegnata – con AICS e ARCS-  nel progetto “DROIT” per il miglioramento delle condizioni di detenzione nelle carceri libanesi.       

   

Lina Riachi è una psicologa e musicoterapeuta, coordinatore dei programmi di assistenza psico-sociale dell’organizzazione non governativa libanese AJEM, molto attiva nelle prigioni in Libano. Ha lavorato su vari progetti finanziati dalla Cooperazione Italiana nelle prigioni femminili e nel Centro di riabilitazione di Rabieh.

Con AJEM seguiamo molti casi di violenza di genere, sia in prigione che fuori, e organizziamo campagne di sensibilizzazione e conferenze su questo tema, per aiutare queste donne che spesso sono VITTIME anche del PREGIUDIZIO”.

Le attività di assistenza psicosociale svolte da AJEM con il supporto di AICS, con sessioni settimanali di gruppo e individuali, hanno permesso alle donne vittime di violenza di esprimere le proprie emozioni, di ripensare alla propria vita e cercare di trovare una soluzione ai loro problemi. “Cerchiamo di dare loro la SPERANZA DI POTERCELA FARE, di aspirare ad una vita migliore in futuro”. 

A volte ci limitiamo ad ascoltarle, a volte le guidiamo e se ce lo chiedono le indirizziamo, a volte vogliono solo avere la possibilità di ascoltare della musica e rilassarsi, piangere per SFOGARE IL LORO DOLORE della vita passata”.

Ci riferisce Lina che tali donne si pentono di ciò che hanno commesso, ma spesso gli atti criminali compiuti sono la conseguenza delle violenze subite nell’ambito familiare. Le famiglie purtroppo spesso non condannano e tollerano gli atti di violenza, le madri di queste stesse donne permettono le violenze sulle proprie figlie e sono a loro volta vittime.

Ritengo ci sia bisogno di più campagne di sensibilizzazione verso i genitori e le generazioni più anziane. Le NUOVE GENERAZIONI SONO MIGLIORI, più evolute, cominciano a comprendere che è sbagliato e ad agire diversamente”.

                                                     Foto: Lina Riachi (a destra) con una collega e l’Esperta AICS Rita Petrilli presso la sede di AJEM – Beirut 

L’ITALIA SOSTIENE IL PROGRAMMA ALIMENTARE SCOLASTICO DEL WFP A BENEFICIO DI 100.000 STUDENTI IN TUTTO IL LIBANO

BEIRUT – Nuovo sostegno della Cooperazione Italiana al Programma Alimentare Scolastico del WFP (Programma Alimentare Mondiale). Il contributo di 1,5 milioni di euro permetterà la distribuzione quotidiana di merende scolastiche e pasti freddi prodotti e preparati localmente in cucine scolastiche a oltre 100.000 ragazzi e ragazze in 185 scuole pubbliche in tutto il Paese. 

Il programma, realizzato in stretto coordinamento con il Ministero dell’Istruzione libanese (MEHE), è stato lanciato nel 2016 per promuovere la salute, l’apprendimento e l’accesso all’istruzione degli studenti.

L’Italia è stata fra i primi donatori di tale iniziativa con contributi per oltre 10,5 milioni di euro, supportando l’espansione del programma dalle 22 scuole target iniziali e l’evoluzione dello stesso con un maggior collegamento ai programmi di supporto alla produzione agricola delle comunità locali. Quasi tutti gli ingredienti per i pasti e le merende scolastiche sono ora prodotti e acquistati localmente, sostenendo l’economia locale, i proprietari di negozi al dettaglio e gli agricoltori.

In occasione della cerimonia per il nuovo finanziamento italiano, deliberato dal Viceministro Cirielli nel gennaio scorso, il Ministro dell’Istruzione del Libano, Abbas Halabi ha espresso l’apprezzamento per l’impegno dell’Italia, sottolineando che “tutti i bambini iscritti alle scuole beneficiano equamente di questi pasti, senza alcuna discriminazione tra libanesi e non libanesi, perché il bisogno di cibo accomuna entrambi, soprattutto dopo la crisi che sta attraversando il Libano”.

Per Abdallah Alwardat, rappresentante del WFP in Libano, “questo programma è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni, raggiungendo ora un numero di studenti dieci volte superiore a quello del passato”.

Secondo l’Incaricato d’Affari dell’Ambasciata d’Italia, Silvia Tosi, “l’iniziativa, significativamente sostenuta anche dal contributo della Cooperazione Italiana, è pienamente in linea con il nostro impegno non solo a migliorare l’accesso e la permanenza nelle scuole per tutti i bambini in Libano, ma anche a promuovere un ambiente più sano e stimolante per la loro crescita”

 “L’AICS continua a impegnarsi a sostegno dell’istruzione e del benessere psicofisico dei bambini più vulnerabili in Libano. L’accesso all’istruzione e al cibo costituisce, di fatti, un pilastro fondamentale per lo sviluppo delle nuove generazioni” ha aggiunto la Titolare della sede dell’AICS a Beirut, Alessandra Piermattei.

A proposito del progetto:  video 

Il finanziamento al “Programma Alimentare Scolastico” si inquadra nella strategia italiana di risposta alle diverse crisi in atto in Libano che vede l’istruzione e la tutela dei minori come settori di maggior impegno del Sistema Italia attraverso programmi in gestione diretta, affidati a OSC e Agenzie UN quali UNICEF, WFP e UNRWA, per oltre 47 M di euro dal 2017.

L’iniziativa permetterà di migliorare la capacità di apprendimento dei bambini, incoraggiare l’iscrizione scolastica e la frequenza regolare da parte di ragazze e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 14 anni. Oltre al miglioramento dell’apporto nutrizionale, il programma ridurrà la probabilità che le famiglie estremamente vulnerabili ricorrano a meccanismi di coping negativi come i matrimoni precoci e il lavoro minorile.

In linea con l’approccio di nesso, per aumentare sostenibilità e ownership, le attività includono anche il rafforzamento delle capacità degli educatori sanitari delle scuole per promuovere le buone pratiche nutrizionali fra gli studenti; la creazione di studi ed evidenze sul programma alimentare scolastico e sui suoi impatti educativi, nutrizionali e sociali; il rafforzamento delle capacita del Ministero dell’educazione libanese di gestire il programma alimentare, aumentare la propria capacità operativa e di monitoraggio.

 

Foto galleria

 

Inaugurato a Zahle il più importante depuratore del Paese

Il 19 luglio scorso, è stato inaugurato lo “Zahle Wastewater Treatment Plant” (Zahle WWTP), realizzato con un finanziamento a credito d’aiuto italiano di Euro 22.396.153,43.

In Libano il nostro Paese si è sempre impegnato per la realizzazione di infrastrutture che hanno come obiettivo il miglioramento dei servizi, lo sviluppo sostenibile  e la difesa dell’ambiente.

Lo Zahle WWTP è un impianto per il trattamento delle acque reflue industriali e domestiche che contribuisce al risanamento di due importanti fiumi libanesi, il Litani e il Berdawni. Si tratta d un depuratore attualmente unico nel Paese.

L’impianto depura le acque reflue della città di Zahle e dei villaggi di Kaa El Rim e Hazzerta. In questa prima fase saranno ripulite le acque reflue prodotte dai 205.000 abitanti della regione, nel 2030 questo numero dovrebbe arrivare a 300.000, e dai siti industriali presenti nella zona.

La struttura darà un contributo significativo al risanamento dei due importanti corsi d’acqua e dei loro bacini idrografici e tutta la regione, che vede nell’agricoltura e nel turismo le principali attività economiche, ne trarrà vantaggio.

Dall’inizio della fase di sperimentazione operativa, circa un anno fa, nell’impianto sono stati trattati 16 milioni di m3 di acque reflue con un flusso medio di 20.000 m3 / giorno, e i risultati delle analisi sulla qualità dell’acqua dopo il trattamento, sono ottimi, rispondono ai parametri internazionali e l’acqua in uscita può essere impiegate in agricoltura.

Il lavoro della Cooperazione Italiana nel settore continua con la realizzazione di altri quattro impianti simili in diverse aree del Paese, con l`auspicio che presto si arrivi a più di 700.000 beneficiari nel Paese, a fronte di una popolazione stimata a circa quattro milioni.

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#Disabilità: AICS e i suoi partner in campo in Libano e in Siria

Amira Sowaidan, a Palestine refugee from Lebanon residing in Beddawi camp, Lebanon, is determined to continue her education despite facing muscle dystrophy. She is currently enrolled in grade two at UNRWA’s Jenin School.
Amira plays with her classmates in the school playground. © 2023 UNRWA photo by Maysoun Mustafa

In occasione della Giornata internazionale dedicata alle persone con disabilità, questo 3 dicembre, l’AICS Beirut riafferma il proprio impegno nel garantire il loro diritto a partecipare pienamente alla vita e allo sviluppo della loro società e a godere di condizioni di vita uguali a quelle degli altri cittadini.

In Libano AICS sostiene in particolare il diritto a pari opportunità educative per i minori con disabilità. Attraverso l’iniziativa “Supporto ai bisogni dei rifugiati palestinesi a rischio, con un focus specifico sui bambini, sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie”, lanciata nel giugno 2023, UNRWA, partner storico della Cooperazione Italiana nel Paese, sta lavorando per garantire che i rifugiati minorenni abbiano accesso a un’istruzione di qualità e realizzino il loro pieno potenziale attraverso un apprendimento su misura che favorisca l’accompagnamento educativo e garantisca l’inclusione di tutti i bambini. Le principali attività in corso nelle 62 scuole gestite da UNRWA includono il rafforzamento delle capacità degli insegnanti, deli operatori scolastici e degli esperti dei bisogni educativi speciali, il rafforzamento del processo di identificazione dei minori con disabilità secondo standard internazionali, il sostegno all’accesso ai servizi terapeutici per i bambini con disabilità e l’organizzazione di attività di sensibilizzazione per il personale educativo, gli operatori sanitari e gli studenti.

In Siria, le persone con disabilità sono uno dei gruppi maggiormente colpiti dalle conseguenze del prolungato conflitto e del terremoto dello scorso febbraio, anche a causa della carenza di servizi di salute, educativi e di protezione sociale che rispondono ai loro bisogni specifici. La tutela e l’inclusione sociale delle persone con disabilità sono al centro dell’azione della Cooperazione Italiana in Siria. Nel 2023 le OSC italiane finanziate da AICS hanno realizzato lavori volti all’abbattimento di barriere architettoniche nelle scuole. La Cooperazione Italiana supporta inoltre la OSC Armadilla per il sostegno del centro ZAM di Damasco, dove sono forniti servizi a persone con disabilità e azioni volte a promuovere la loro emancipazione sociale ed economica. Dal 2022, l’Italia è uno dei maggiori finanziatori di un programma integrato di protezione sociale per bambini con disabilità in Siria, realizzato dall’UNICEF, che eroga servizi specialistici e personalizzati ai bambini con disabilità e un sussidio economico alle loro famiglie.

Storie realizzate da UNICEF :

 

 

Il restauro italiano del Tempio di Giove a Baalbek.

Lo scorso 9 e 10 luglio si è tenuto a Beirut il quinto ed ultimo seminario sugli esiti della valutazione dei lavori in corso per il consolidamento e il restauro del Tempio di Giove, e per le altre opere infrastrutturali accessorie del sito archeologico di Baalbek, eseguite nell`ambito del progetto UNESCO Baalbek and Tyre Archaeological Project (BTAP2) e UNESCO Documentation and Advisory Services- (UDAS) con il quale l`organizzazione garantisce assistenza tecnica al Ministero della Cultura / Direzione Generale delle Antichità del Libano (DGA) per la gestione delle attività di restauro sui siti di Baalbek e Tiro.

Il progetto UDAS rientra nel finanziamento a credito di aiuto del Governo italiano, regolato dall`Accordo Cultural Heritage and Urban Development (CHUD), di importo pari a Euro 10.228.000,00.

I lavori della due giorni di incontri si sono aperti con una missione sul campo nella quale i migliori esperti UNESCO, UDAS e ICOMOS (Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti) hanno verificato la correttezza e la pertinenza delle attività di restauro specialistico effettuate sui monumenti, e le misure di conservazione delle superfici e di consolidamento strutturale messe in atto sul Tempio di Giove. Una attenta ed esaustiva presentazione dei lavori eseguiti da parte dei tecnici della joint venture italiana Cooperativa Archeologia -Italiana Costruzioni, titolare del contratto di esecuzione opere, hanno consentito di facilitare la lettura delle patologie riscontrate sui monumenti e le risposte messe in atto.

Alle attività hanno preso parte anche il sindaco di Baalbek, i rappresentanti della DGA, il CDR, l’AICS Beirut, gli esperti della direzione dei lavori (Planarch) e altri esperti locali.

Il dibattito che è seguito al sopralluogo, ha consentito un confronto tecnico di alto livello, nel quale gli esperti ICOMOS hanno manifestato ampio apprezzamento per la competenza e la professionalità del lavoro eseguito, per le maestranze italiane impegnate nei lavori di restauro, per la qualità dei risultati rispondenti alle indicazioni dei protocolli internazionali per la conservazione dei Beni Culturali e alle raccomandazioni del precedente seminario. Secondo il giudizio degli esperti, i lavori sul Tempio di Giove possono essere considerati una delle migliori pratiche dell`area mediterranea, per il know-how applicato, le metodologie e le tecniche adottate per la conservazione della superficie e per il consolidamento strutturale del monumento.

I ringraziamenti istituzionali dei diversi attori internazionali presentati al Governo italiano, non solo per il supporto finanziario, hanno rimarcato l’eccellenza italiana nel settore che è puntuale garanzia dell`altissimo livello dei risultati raggiunti.

I progetti realizzati da AICS Beirut nel carcere di Roumieh

Roumieh, il più grande e popolato carcere libanese. Attualmente a ospita circa 3.700 detenuti, al suo interno una sezione per i minori e la “Casa Blu”, una struttura destinata ai prigionieri classificati come malati mentali. Negli anni diverse attività a tutela dei diritti umani promosse e finanziate da AICS Beirut sono state realizzate all’interno di questa prigione, grazie alla collaborazione di UNODC e delle istituzioni libanesi coinvolte nella gestione del sistema carcerario del Paese. A fine dicembre la Direttrice AICS di Beirut, Alessandra Piermattei, e gli esperti della Sede, insieme a UNODC hanno visitato la prigione per valutare i risultati raggiunti e progettare gli interventi da realizzare nel prossimo futuro. È stata visitata la “Casa Blue”, che ospita circa 70 detenuti con infermità mentale, dove sono stati effettuati lavori di ristrutturazione dell’edificio con nuove celle e servizi igienici, fornitura di letti, una sala polifunzionale, attualmente destinata all’isolamento di detenuti a rischio Covid-19, ed è stato creato un cortile  esterno dove i detenuti possono passare due ore al giorno a turno. Nella sezione per i minori, che attualmente ospita circa 100 ragazzi dai 12 ai 18 anni, con il contributo italiano è stata realizzata una serra e un’officina meccanica e sono finanziate attività scolastiche e di formazione professionale. Infime, è stata visitata la cucina centrale e il forno del carcere, completamente riabilitati dalla Cooperazione Italiana, dove lavorano i detenuti preparando 4.500 pasti al giorno e pane fresco che soddisfano il fabbisogno di Roumieh e delle detenute donne a Baabda e Barbar El Khazen.La delegazione è stata ricevuta dal Colonello Majed Ayoubi e altri rappresentanti delle Forze di Sicurezza Interne, responsabili della gestione delle prigioni libanesi, che hanno ringraziato AICS per le attività svolte e i risultati ottenuti.

 

Campagna #16 giorno #7: “Voi ci vedete come esseri umani non come assassine e criminali”

Oggi, la testimonainza di Charlotte Tanios – Coordinatrice del settore protezione in Mouvement Social  

 

Charlotte è la coordinatrice del settore protezione per Mouvement Social, una ONG che lavora nelle prigioni femminili in Libano da oltre 20 anni, offrendo supporto psicologico e varie attività di formazione professionale, tenendo presenti le aspirazioni delle donne detenute, al fine di consentire loro di avere un minimo reddito in prigione.

“È molto importante per le detenute essere attive in prigione ed avere un po’ di denaro, soprattutto per le migranti che non hanno familiari vicini come anche per le donne libanesi le cui famiglie, a causa della crisi economica e finanziaria che sta attraversando il paese, non hanno le possibilità e i mezzi per recarsi in visita in prigione e portare beni di prima necessità. Con le attività che svolgiamo cerchiamo di dare loro INDIPENDENZA per essere autonome all’interno del carcere. Vorrei sottolineare che, quando le donne arrivano in prigione si sentono SOLE, SPEZZATE, DISTURBATE CONFUSE, non sanno niente del loro fascicolo legale, hanno bisogno di essere supportate, di sapere quando saranno rilasciate e di come possono riprogrammare la loro vita dopo l’uscita di prigione”.

Il processo di reintegrazione nella società è la prima preoccupazione durante la fase di riabilitazione che svolgono in prigione: “Con il nostro team di operatori sociali, psicologi, avvocati cerchiamo di fornire loro servizi con un approccio olistico per renderle consapevoli della propria situazione in prigione, anche quando sono condannate a lungo termine”.

Molte donne provengono da contesti familiari vulnerabili, sono state vittime di lavoro minorile, matrimoni precoci, non hanno ricevuto formazione professionale, ma hanno vissuto in un contesto di criminalità e pertanto sono entrate in questo circolo vizioso.

La mancanza di affetto, di supporto e di attenzione a volte le ha portate a cercare rifugio nella droga o a trovarsi in percorsi criminali e così alcune di loro sono finite in prigione. Le donne detenute sono responsabili di ciò che hanno fatto, ma allo stesso tempo sono state vittime. “Pensiamo a bambine costrette a lavorare o a sposarsi con uomini che non conoscono, senza avere le capacità per lottare e ribellarsi e, quando a loro volta hanno figli, in contesti di vulnerabilità potete immaginare come si comportano come madri, senza supporto da parte della propria famiglia. Si rifiutano di vivere con la famiglia, cercano rifugio altrove e finiscono in situazioni di conflitto con la legge. Pertanto, l’AGGREDITO DIVIENE AGGRESSORE, è un ciclo perverso e durante il nostro lavoro RITROVIAMO LA BAMBINA CHE È IN LORO che vuole essere LIBERA e FORTE per essere RISPETTATA COME DONNA”.

“Molte detenute ci hanno detto che qui in prigione e nell’ambito delle attività che svolgiamo con loro  si sono sentite rispettate, VOI CI VEDETE COME ESSERI UMANI NON COME ASSASSINE O CRIMINALI, voi riuscite a comprendere quali sono le nostre competenze e capacità affinché noi le possiamo sviluppare per una vita futura migliore. Io ho avuto la fortuna di crescere in una buona famiglia, con la possibilità studiare e di conoscere i miei diritti. Queste donne, invece, spesso sono cresciute in un contesto sociale patriarcale, poco istruito e vulnerabile che le predispone a diventare vittime.  Per questo ho scelto di lavorare nel settore per DARE IL MIO CONTRIBUTO COME DONNA A SOSTEGNO DI ALTRE DONNE e dimostrare che ABBIAMO POTERE”.

La Cooperazione Italiana e la sfida ambientale in Libano

Si è da poco celebrata la “Giornata Mondiale della Terra”: l’obiettivo di questa ricorrenza annuale è riportare al centro delle nostre riflessioni l’ambiente e l’impatto che l’uomo procura al pianeta in cui vive.

In Libano quella ambientale è una questione scottante e determinante per il suo futuro. Un piccolo Paese, grande poco più dell’Abruzzo, dove quotidianamente ci si confronta con una gestione dei rifiuti disattenta e fuori controllo, un inquinamento atmosferico visibile a occhio nudo, una carenza cronica nel trattamento delle acque reflue, un impoverimento costante dei bacini idrici, la contaminazione del suolo e delle falde idriche, la perdita costante di aree boschive e agricole. Tutti fattori che contribuiscono al deterioramento dell’ambiente naturale, aggravato dal massiccio ricorso ai combustibili fossili per combattere la cronica crisi energetica. Per contrastare le pressioni su aria, acqua e suolo gli sforzi della Cooperazione Italiana in Libano sono orientati allo sviluppo di numerose iniziative ambientali in corso e da avviare, per un totale di oltre 27 milioni di Euro a dono.

L’Italia è un donatore di riferimento per il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dell’Energia e dell’Acqua, il

Ministero degli Interni e delle Municipalità, la Civil Defence e varie Municipalità con interventi nel campo della conservazione ambientale, dello sviluppo sostenibile delle aree costiere e delle riserve naturali, dell’abbattimento dell’inquinamento industriale, della gestione dei rifiuti. Nella lunga battaglia per ridurre l’inquinamento provocato dal settore industriale, dal 2013 la nostra cooperazione è impegnata nel progetto di assistenza tecnica “Lebanon Environmental Pollution Abatement Project”, realizzato dal Ministero dell’Ambiente e UNDP con l’obiettivo di migliorare gli impatti ambientali dei cicli produttivi introducendo sistemi di certificazione ambientale.

Il programma ha coinvolto fino ad ora più di 30 imprese, attraverso l’implementazione di processi di corretta gestione ambientale e ha consentito ad oggi l’erogazione di circa 11.4 milioni di USD di crediti a favore di industrie locali per mitigare le pressioni generate dai processi produttivi, utilizzando il 75% delle risorse messe a disposizione dalla Banca Mondiale.

Ancora più di ieri, oggi l’AICS di Beirut è attenta all`urgente ricerca di modelli di sviluppo in grado di fornire una risposta alternativi a quelli basati su elevati livelli di sfruttamento delle risorse, di produzione di rifiuti ed inquinamento, di dipendenza dalle importazioni. Raccogliere la sfida ambientale in un paese come il Libano, stretto tra il Mar Mediterraneo e montagne che superano i 3.000 metri, significa investire nella sostenibilità dello sviluppo economico, umano e sociale, guardando alla valorizzazione dei risorse locali prima ancora di quelle globali. Per questo è indispensabile sensibilizzare la popolazione sull’importanza e sulla potenzialità della salvaguardia e della conservazione delle risorse naturali senza compromettere il diritto delle generazioni future di usufruire degli stessi beni.

 

 

 

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