Aisha mentre disegna è serena, sta con i suoi coetanei e si sente protetta dai suoi insegnanti. Non gli interessa sapere se quella lezione è solo per rifugiati siriani o se il suo curriculum scolastico sarà riconosciuto. La sola cosa che gli interessa e che sta andando a scuola, dove impara e gioca e dove, almeno per alcune ore al giorno, le sembra di non vivere in un accampamento.
Anche se non lo sa Aisha, arrivata nel nord del Libano quattro anni fa, ha una piccola fortuna rispetto ai 262 milioni di bambini e ragazzi che non frequentano la scuola, ai 617 milioni di bambini e adolescenti che non sanno leggere e fare compiti di matematica di base e ai circa quattro milioni di bambini e giovani rifugiati che non vanno a scuola (dati UNESCO). Senza un’istruzione equa e di qualità nessun Paese potrà mai raggiungere l’uguaglianza di genere e riuscirà rompere il ciclo di povertà che sta lasciando indietro milioni di bambini, giovani e adulti.
Garantire il diritto allo studio di tutti i bambini è uno degli obiettivi principali della Cooperazione Italiana nei Paesi dove opera.
Un obiettivo che nel Libano, un paese travolto da una devastante crisi economica e che da dieci anni accoglie nel suo piccolo territorio il maggior numero di rifugiati pro capite al mondo, e in Siria, ormai da dodici anni devastata dalla guerra civile, è una vera sfida.
Nel Paese dei Cedri il sistema scolastico pubblico ha dovuto affrontare negli ultimi anni il raddoppio degli studenti, a causa dell’arrivo di circa mezzo milione di scolari siriani in fuga dalla guerra. Ad aggravare ulteriormente la situazione, già precaria, si è aggiunta la crisi economica che ha portato molte famiglie a rinunciare alla scuola privata e ad iscrivere i figli in quella pubblica.
Dal 2015 al 2021 la Cooperazione Italiana ha sostenuto il programma RACE (Reaching all Children with Education), adottato dal Ministero dell’Educazione libanese. Il programma, grazie al contributo internazionale, ha permesso di migliorare l’accesso ai servizi educativi di qualità per tutti i bambini e giovani in età scolare presenti in Libano.
Questo ha, però, accentuato problemi strutturali preesistenti alla crisi: l’insufficienza di edifici adeguati ad ospitare un numero maggiore di alunni, il deterioramento dello stato delle infrastrutture scolastiche, spesso già caratterizzate da problemi di sicurezza, l’inaccessibilità per gli studenti con disabilità e la carenza di adeguate strutture igienico-sanitarie. Per rispondere a questa emergenza nell’emergenza la Cooperazione Italiana ha finanziato lavori di riabilitazione e manutenzione straordinaria in più di 130 scuole pubbliche di tutte le regioni del Libano, nell’ambito di programmi di cooperazione realizzati da UNICEF e dalle organizzazioni della società civileitaliana e libanese.
Tale impegno, a fianco del Ministero Libanese, è stato confermato dalla nostra Cooperazione anche per questo biennio nella consapevolezza dell’impatto negativo che un sistema educativo carente potrebbe avere sul futuro del Paese e per assicurare un equo accesso all’istruzione a tutti i bambini e le bambine.
L’intervento del nostro Paese nel settore non si limita alla riabilitazione degli edifici, ma i programmi finanziati in passato e quelli in corso mirano a sostenere i bambini più vulnerabili anche attraverso la distribuzione di pasti scolastici e di materiali educativi, e l’implementazione di attività di istruzione non formale.
Per quanto riguarda la Siria, il sistema educativo è stato messo a dura prova dalla lunga guerra. UNICEF stima che più di 7.000 scuole sono state danneggiate o distrutte, limitando la possibilità degli studenti di accedere a servizi educativi di qualità. Circa due milioni di bambini sono al di fuori del sistema scolastico, mentre altri 1.6 milioni di bambini rischiano di dover abbandonare la scuola. La situazione nelle scuole ancora funzionanti vede un sistema che non favorisce l’apprendimento, a causa di aule sovraffollate, strutture fatiscenti, carenza di personale scolastico (soprattutto nelle aree rurali), mancanza di illuminazione e riscaldamento, inadeguatezza delle strutture sanitarie
Sin dall’inizio della crisi, la Cooperazione Italiana ha posto grande attenzione al settore educativo, attraverso la promozione di programmi implementati sia dalle Agenzie dell’ONU, in particolare UNICEF, sia da parte delle organizzazioni della società civile attive nel Paese. Tra le principali attività le light rehabilitation degli istituti scolastici parzialmente danneggiati dalla guerra, prevedendo anche lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche a favore di una partecipazione attiva e continuativa dei bambini con disabilità, formazione degli insegnanti e direttori scolastici su tematiche relative alla protezione dell’infanzia, educazione inclusiva e di qualità, fornitura di materiale scolastico. Per rispondere alla pandemia di COVID e alla recente epidemia di colera, annunciata ufficialmente lo scorso settembre, sono state inserite anche attività di prevenzione dal contagio (sensibilizzazione sulle pratiche igieniche da rispettare e distribuzione di materiale igienico-sanitario).
Inoltre, tenuto conto della presenza di ordigni inesplosi, che nel 2022 hanno colpito 2.874 persone (1325 decedute e 1.549 ferite), di cui il 9% erano bambini (dati United Nations Mine Action), sono state realizzate attività di mine risk education.
Il supporto all’istruzione e alla protezione è stato assicurato anche nel campo di Al Hol, nel nord del Paese, dove vivono centinaia di bambini non accompagnati. Attraverso UNICEF sono stati sostenuti tre centri nel campo, spazi in cui i bambini possono partecipare ad attività di supporto psicosociale e di educazione non formale.
Infine, vista la forte presenza di rifugiati palestinesi, la Cooperazione Italiana è intervenuta a loro supporto assicurando l’accesso ad una istruzione di qualità. A novembre 2021 sono iniziati i lavori di riabilitazione della scuola Falouja/Mansoura che si trova all’interno del campo di Yarmouk, uno dei 12 campi palestinesi del Paese. Grazie a questi lavori, i bambini palestinesi potranno beneficiare di un migliorato accesso all’istruzione, senza dover spostarsi verso altri luoghi per poter frequentare la scuola.
Il tema educazione resta centrale nel quadro della programmazione degli interventi finanziati dalla Cooperazione Italiana per Siria e Libano: un’educazione di qualità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, e un’educazione inclusiva che non escluda davvero nessuno. Per questo motivo oggi, 24 gennaio, giornata mondiale dell’educazione, è un giorno di festa anche per la sede AICS di Beirut e vogliamo festeggiare rinnovando il nostro impegno a fianco dei bambini, delle bambine e degli/delle adolescenti dei nostri Paesi di competenza.