L’impegno italiano per la tutela del patrimonio culturale in Libano

Le millenarie colonne romane del Tempio di Giove a Baalbek, le forme rotonde della villa museo Sursocka Beirut, capolavoro del liberty libanese, con le sue collezioni di arte moderna e con i suoi atelier i suoi spazi aperti agli artisti di oggi. Due monumenti che raccontano e promuovono la storia di un Paese unico come è il Libano. Due istituzioni pubbliche centrali nella cultura del Paese che tornano a nuova vita grazie all’impegno della Cooperazione Italiana.

Il 26 maggio, a meno di tre anni dall’esplosione al porto di Beirut che lo aveva gravemente danneggiato, è stato riaperto il Museo Sursock. La riabilitazione dello storico edificio e il restauro delle sue opere è stato possibile grazie al contributo di molti, un impegno comune che ha visto l’Italia come il principale Paese donatore con il suo apporto di un milione di euro ad UNESCO. Con il finanziamento della Cooperazione Italiana sono stati realizzati i lavori strutturali indispensabili alla riapertura del Museo e un impianto fotovoltaico per garantire la sua sostenibilità energetica.

Quello al Sursock non è, però, un intervento isolato di AICS a Beirut. Dopo l’esplosione, che aveva devastato il centro storico e culturale della capitale libanese, l’Italia è stata tra i primi Paesi donatori a impegnarsi per la rinascita e il rilancio della vita culturale, creativa ed educativa di Beirut, lavorando per e in collaborazione con le comunità e le istituzioni locali, affinché la città possa continuare a essere un faro di tolleranza e multiculturalità. Così, l’impegno italiano, dopo gli interventi in risposta all’emergenza sanitaria e umanitaria, si è concentrato sulla cultura con un focus sulla riabilitazione di edifici e siti storici colpiti dall’onda d’urto.

Il giorno seguente, 27 maggio, la Cooperazione Italiana ha ufficialmente consegnato al Ministero della Cultura libanese i lavori di restauro e miglioramento del sito archeologico di Baalbek, il più importante del Paese e, probabilmente del Medio Oriente.

Per due anni professionisti italiani del restauro e della conservazione hanno lavorato per il recupero e il consolidamento della colossale colonnata del Tempio di Giove. Un cantiere che è stato anche una scuola di formazione per gli esperti e gli operai libanesi. Un lavoro che ha riconsegnato a tutta l’umanità un tesoro unico in tutto il suo splendore.

Insieme a questo importante intervento la Cooperazione Italiana ha lavorato, con tutte le istituzioni libanesi coinvolte, per trasformare l’area archeologica di Baalbek in un sito capace di rispondere alle esigenze del turismo attuale.

Il progetto italiano ha realizzato nel sito diversi percorsi, infrastrutture turistiche con un nuovo ingresso per rendere più accessibile ai visitatori una più ampia area. La nuova entrata è   a Beit Nassif, un edificio tradizionale restaurato e destinato a Visitor Center. I percorsi sono stati studiati per ampliare la scoperta del sito, della stratificazione temporale e architettonica a testimonianza di tutte le epoche e fasi storiche che l’hanno attraversato. L’inizio di uno dei percorsi da Beit Nassif   permette di visitare porzioni del sito meno conosciute come un quartiere medievale che risale all’epoca islamica (XII – XV secolo), con strutture ben conservate, per entrare poi dalla porta islamica, parte del sistema di fortificazione della cittadella che ha inglobato i resti monumentali dei templi romani di Giove e Bacco.

“La difesa e la promozione del patrimonio culturale libanese – ha detto Alessandra Piermattei, Direttrice AICS Beirut – sono elementi centrali della nostra presenza nel Paese. La storia e l’arte sono tra le risorse principali del Libano. Sono elementi capaci di innescare meccanismi virtuosi di sviluppo economico sostenibile, ma sono anche tra i pochi strumenti a disposizione per riscoprire un passato comune e costruire su quella base un futuro condiviso fatto di integrazione e rispetto delle diversità”

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