Campagna #16 giorno #8: Samar: le cicatrici emotive dello stupro e di continui abusi

Samar, nata nel 1980, ha avuto un percorso di vita turbolento, segnato da importanti difficoltà. Attualmente divorziata con tre figli, uno di 27 anni, una di 24 anni e, la più giovane, di 11 anni.

Le radici delle difficoltà di Samar risalgono alla sua giovane età, quando rimane vittima di uno stupro per mano dell’autista dello scuolabus. Un trauma che la condurrà poi a un matrimonio forzato con lo stesso uomo che l’ha stuprata. Il matrimonio è per lei una sfida estenuante, caratterizzata da violenza fisica quotidiana. Durante le sue gravidanze, Samar sopporta percosse e stupri da parte del marito, che causano il parto prematuro di due dei suoi figli.

Per un periodo, la famiglia di origine decide di darle sostegno economico. Ma nonostante questo, il rapporto con il padre rimane conflittuale e segnato da cicatrici emotive: egli, infatti, è la stessa persona che l’ha costretta a sposare il suo stupratore.

Il suo benessere emotivo è quindi segnato da un’ombra di paura e cospetto nei confronti delle due figure maschili principali della sua vita, il padre e il marito. Per un tragico effetto a catena, anche la figlia cade vittima degli abusi di suo padre. Cacciata da casa, si ritrova alla mercé della dura vita di strada.

Il ciclo di violenza è continuato durante i lunghi 36 anni di matrimonio, ma nonostante questo Samar, con estrema resilienza, riesce a sostenere la sua famiglia con la creazione di una piccola impresa di produzione di pane per la Chiesa.

Quando la figlia torna a casa accompagnata dal fidanzato, Samar viene accusata dal marito di avere una relazione con il fidanzato della figlia, motivo per il quale la figlia verrà definitivamente disconosciuta dallo stesso padre.

Samar, ostracizzata dalla propria famiglia, stremata dai continui abusi ricevuti, si ritrova inevitabilmente in una posizione vulnerabile che, per una serie di eventi, sfocerà nel suo coinvolgimento nell’uso e traffico di droga. Progressivamente si vedrà coinvolta in una spirale di criminalità che culminerà con il suo arresto.

Questa storia dimostra come i traumi subiti sin dall’infanzia e i continui abusi all’interno del nucleo familiare possano segnare la persona e condurla al crimine e quindi al carcere.

 

Campagna #16 giorno #9, L’Avvocato Khoury: “LOTTARE CONTRO LA VIOLENZA CON DETERMINATE POLITICHE E REGOLE”

Oggi la testimonianza di Adham El Khoury, avvocato e assistente legale in Mouvement Social

   Adham El Khoury è un avvocato libanese impegnato da anni in diversi settori, tra cui quello aziendale e commerciale, ma ha avuto l’opportunità di lavorare con Movement Social, organizzazione della società civile che collabora con AICS Beirut nel progetto di assistenza ai detenuti, tra cui le donne detenute nelle due carceri femminili di Baabda e Barbar El Khazen a Beirut.

Questo progetto per me è molto gratificante perché costituisce l’unico lavoro con scopo umanitario che svolgo, ecco perché mi appassiona. Da quando ho iniziato la mia collaborazione con Mouvement Social, sto aiutando persone vulnerabili che non possono  permettersi un avvocato difensore e che senza questo supporto rimangono senza difesa. Sento la responsabilità che mi assumo perché queste persone contano su di me “.

Per la campagna di #16 giorni contro la violenza di genere sulle donne,  così ha parlato Adham durante il colloquio coi nostri esperti. “Il lavoro che stiamo facendo grazie al contributo dell’AICS mi commuove quando vedo il risultato. Ciò significa aiutare i detenuti, in particolare le donne, seguire le loro pratiche nell’ambito dell’assistenza legale,  di cui la maggior parte dei detenuti sono sprovvisti, aiutarli ad ottenere una sentenza e a uscire dalla prigione.” L’assistenza legale è una delle componenti più importanti del progetto finanziato dall’AICS e questa è anche la prima richiesta delle persone detenute. In Libano non esiste il gratuito patrocinio, la difesa d’ufficio è rimesso al volontariato.

Quando qualcuno  e’ arrestato, la prima cosa di cui ha bisogno è un avvocato che spesso non ha. L’assistenza e legale e’ affidata a me per seguire il loro caso.”

Ricorda varie storie di donne mandate in carcere mentre erano anche loro stesse delle vittime. Storie che ci siamo impegnati a raccontare sin dall’inizio di questa campagna, indetta a livello centrale da AICS e suffragata a da queste testimonianze

Per l’avvocato Adam, “la violenza non ha genere, la violenza sulle persone va combattuta e basta.  Si dovrebbe agire a livello legislativo e regolamentare ma anche nella società e nelle comunità attraverso  campagne di sensibilizzazione per dare alle persone consapevolezza, e promuovere i diritti delle donne”.