Samar, nata nel 1980, ha avuto un percorso di vita turbolento, segnato da importanti difficoltà. Attualmente divorziata con tre figli, uno di 27 anni, una di 24 anni e, la più giovane, di 11 anni.
Le radici delle difficoltà di Samar risalgono alla sua giovane età, quando rimane vittima di uno stupro per mano dell’autista dello scuolabus. Un trauma che la condurrà poi a un matrimonio forzato con lo stesso uomo che l’ha stuprata. Il matrimonio è per lei una sfida estenuante, caratterizzata da violenza fisica quotidiana. Durante le sue gravidanze, Samar sopporta percosse e stupri da parte del marito, che causano il parto prematuro di due dei suoi figli.
Per un periodo, la famiglia di origine decide di darle sostegno economico. Ma nonostante questo, il rapporto con il padre rimane conflittuale e segnato da cicatrici emotive: egli, infatti, è la stessa persona che l’ha costretta a sposare il suo stupratore.
Il suo benessere emotivo è quindi segnato da un’ombra di paura e cospetto nei confronti delle due figure maschili principali della sua vita, il padre e il marito. Per un tragico effetto a catena, anche la figlia cade vittima degli abusi di suo padre. Cacciata da casa, si ritrova alla mercé della dura vita di strada.
Il ciclo di violenza è continuato durante i lunghi 36 anni di matrimonio, ma nonostante questo Samar, con estrema resilienza, riesce a sostenere la sua famiglia con la creazione di una piccola impresa di produzione di pane per la Chiesa.
Quando la figlia torna a casa accompagnata dal fidanzato, Samar viene accusata dal marito di avere una relazione con il fidanzato della figlia, motivo per il quale la figlia verrà definitivamente disconosciuta dallo stesso padre.
Samar, ostracizzata dalla propria famiglia, stremata dai continui abusi ricevuti, si ritrova inevitabilmente in una posizione vulnerabile che, per una serie di eventi, sfocerà nel suo coinvolgimento nell’uso e traffico di droga. Progressivamente si vedrà coinvolta in una spirale di criminalità che culminerà con il suo arresto.
Questa storia dimostra come i traumi subiti sin dall’infanzia e i continui abusi all’interno del nucleo familiare possano segnare la persona e condurla al crimine e quindi al carcere.