Campagna16 #giorno2: Violenza sulle Donne: la storia di Fatima, vittima in famiglia

                                                                                                                                                                                                                                                                                                              Immagine d’illustrazione – AJEM 

 

Fatima (Nome di fantasia) ha appena compiuto 41 anni. È vedova e madre di una bambina che oggi ha undici anni.  Entrambe, – madre e figlia- ricorderanno sempre i momenti difficili. Unica femmina in una famiglia di maschi, Fatima era al loro servizio. “La mia famiglia assecondava i soprusi che subivo dai miei fratelli e voleva che esaudissi i loro desideri”, racconta durante il nostro colloquio. Veniva spesso presa a botte dai fratelli quando non riusciva a fare ciò che le chiedevano. La madre non l’ha mai difesa perché i maschi erano considerati il supporto economico della famiglia. In mezzo a queste scene di violenza oltraggiosa, c’era sempre una spettatrice a cui questo spettacolo avrebbe dovuto essere evitato, sua figlia, che oggi ha undici anni: “mia figlia assisteva impotente a queste scene di violenza ed ingenuamente tentava di intromettersi tra me e i miei fratelli.” È così che la violenza affonda le sue radici all’interno della famiglia, che dovrebbe proteggere tutti i suoi figli, dove il patriarcato ha creato le basi per la violenza contro le DONNE. Indifesa ed insicura, Fatima si è allontanata dalla famiglia: “sono venuta qui” (nel Centro di recupero di Rabieh ndr) testimonia e, “grazie all’assistenza legale e psicosociale del Centro”, le cui attività sono sostenute anche dalla Cooperazione Italiana “oggi vivo in un foyer con mia figlia. Ho anche trovato un lavoro”. In questo Centro ha trovato il coraggio di esprimersi e punta ad avere ancora più autonomia e indipendenza.

 

TIROCINIO: IO APPRENDISTA ESPERTA AD AICS BEIRUT

A colloquio con Chiara Chimenti, tirocinante ad AICS Beirut.

Di Jean Claude MBEDE FOUDA, esperto di comunicazione di AICS Beirut.

 

Dallo scorso ottobre, Chiara Chimienti, ventiquattrenne allieva del Master di primo livello in Diritti umani e Gestione Dei Conflitti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa iniziava un percorso da tirocinante presso la sede estera di AICS Beirut. Chiara è un’appassionata di cooperazione: anche per via del suo precedente percorso di studi e per successive esperienze presso una ONG palestinese per i diritti delle donne nei Territori Occupati, aveva capito di voler approfondire il contesto mediorientale e arricchirsi professionalmente e personalmente in questa specifica area del mondo sin dall’inizio.

“Il Libano mi sembrava il luogo perfetto dove in qualche modo unire le mie esperienze pregresse e le mie nuove aspirazioni. Infatti, i paesi del Levante arabo sono per ovvie ragioni fra loro molto legati da dinamiche politiche e storiche, nonché sociali e culturali.” Esordisce durante il nostro colloquio.

Nel settembre 2023, eccola a Beirut, accolta in sede e affidata a mani “esperte” per una collaborazione nei diversi settori tematici. Dapprima introdotta al nuovo contesto geografico e poco a poco introdotta nel mondo delle Cooperazione Italiana. Qui infatti, Chiara ha una parte attiva in tutti i settori di competenza AICS nel paese: dall’emergenza della crisi siriana, alla tutela del patrimonio culturale e dei diritti dei detenuti, all’impegno con i vari ministeri sociali locali.”

Tuttavia, la dinamica di questa esperienza è stata interrotta dopo il 7 ottobre: per ragioni di sicurezza Chiara è stata rimpatriata per proseguire il suo tirocinio a distanza. Molte però, sono le competenze acquisite: assistenza agli esperti tematici nella pianificazione e programmazione dei portafogli dell’AICS nel campo delle iniziative di emergenza e sviluppo – condotte in collaborazione con ONG e agenzie dell’ONU – nei settori di Educazione, Protezione dell’Infanzia e Comunicazione per lo sviluppo, Salute, WASH, Settori Sociali/Servizi Sociali e Fondo Fiduciario Regionale dell’UE.

“Grazie a questa collaborazione ho potuto comprendere che cosa significhi nel concreto sviluppare e gestire un progetto/programma: durante il mio master avevo studiato questo aspetto da un punto di vista solo teorico”, racconta Chiara, che ha avuto l’opportunità, durante la sua permanenza a Beirut, di partecipare a missioni sul campo assieme allo staff. Nella stessa occasione, è stato possibile incontrare i vari partner locali e/o internazionali e la comunità umanitaria nazionale, “aspetto per me molto stimolante poiché mi ha permesso di immergermi nella società a cui i programmi della Cooperazione Italiana sono destinati.”, precisa.

“Ne ho capito il funzionamento e le dinamiche. Inoltre, ho acquisito capacità tecniche per quanto riguarda la redazione e la struttura di documentazione ufficiale ed essenziale per l’implementazione efficace dei programmi.” Sempre la sua opinione.

Un’esperienza, la sua che la rende molto orgogliosa per i passi che sta compiendo, e riconoscente ad AICS e alla sua Università per l’opportunità di essere un’apprendista esperta in una sede dinamica e capace di trasmettere ad una giovane italiana l’idea di cooperazione e il senso dell’impegno della cooperazione italiana nel mondo.

Dieci anni di navigazione e ricerca per il Cana Boat

Il 27 marzo si è tenuta a Beirut una conferenza internazionale in occasione del decimo anniversario della donazione della nave da ricerca Cana da parte del governo italiano al Consiglio nazionale libanese per la ricerca scientifica (Cnrs-L).

Dieci anni di navigazione e ricerca per il Cana Boat

Il battello scientifico Cana rientra in un progetto dal respiro più ampio finanziato nel 2009 e poi nel 2015 dal Ministero italiano per gli affari esteri e dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS), con l’obiettivo di preparare le guidelines per una politica marittimo-costiera in grado di sostenere la ricerca marina e ambientale nei settori della batimetria, dell’idrobiologia e dell’idrologia, delle risorse marine e dell’inquinamento costiero.
Nel corso dell’incontro l’Ambasciatore Massimo Marotti ha sottolineato che: “La Cooperazione Italiana attua iniziative che accelerano l’acquisizione di capacità utili per migliorare uno sviluppo sostenibile in Libano. La nave Cana aiuta a proteggere l’ambiente e contribuisce al miglioramento della conoscenza degli ecosistemi marittimi, necessaria per promuovere una corretta gestione costiera.
Al termine della conferenza sono stati esaminati gli sviluppi di questa attività di cooperazione e la possibilità di garantire la sostenibilità dell’imbarcazione nel lungo periodo. Il CNRS-L ha sottolineato la necessità di essere supportato soprattutto nell’ambito della ricerca delle sorgenti sottomarine di acqua dolce. Da parte sua Wafa Charafeddine, rappresentante del Consiglio per lo Sviluppo e la ricostruzione libanese, ha confermato l’intenzione di collaborare con il programma nell’ambito della verifica del funzionamento degli impianti di trattamento delle acque lungo la costa.
Infine, tutti i centri italiani hanno confermato la volontà di continuare la collaborazione con il CNRS-L.

Rome-Med Dialogues 2021 – Youth Forum Contest

Nell’ambito dei Rome MED Dialogues 2021, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) ha lanciato con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale la 3a edizione del “Youth Forum Contest”, dedicata quest’anno al tema “soluzioni verdi e sostenibili per il futuro”.

Lo scopo dell’iniziativa è di offrire ai giovani dell’area MENA che hanno meno di 35 anni, un’opportunità di formazione e di crescita professionale attraverso la presentazione di progetti innovativi afferenti agli ambiti individuati dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) n. 6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari, n.7 – Energia pulita e accessibile e n.12 – Consumo e produzione responsabile.

I creatori dei 15 migliori progetti parteciperanno a un corso di formazione “sviluppo del progetto”. I candidati che supereranno la seconda fase di selezione, successiva al corso, saranno invitati a presentare i loro progetti a margine della 7a edizione dei MED Dialogues (Roma, 2-4 dicembre 2021) per la loro valutazione finale. I due vincitori riceveranno premi in denaro.

I criteri di valutazione, le modalità di presentazione delle domande (scadenza 31 maggio 2021) e tutti gli altri dettagli dell’iniziativa sono disponibili al link:

https://med.ispionline.it/youth-forum-contest-2021

Campagna#16 – #giorno3 : La PAROLA è la medicina a cura della violenza

Il punto di vista di Denise Abou Nassar, direttrice dell’Ajem Center di Beirut

       

PAROLE: raccontarsi può salvare la vita di una donna vittima di violenza, anche quando tutti pensano che sia già in salvo. Secondo Denise Abou Nassar, operatrice del settore sociale e responsabile dell’Ajem Center di Beirut, “la parola è il primo passo verso la guarigione dalla violenza subita”, ci racconta durante il nostro incontro. Il Centro, che include anche uno rifugio protetto, è l’unico luogo di accoglienza di ex detenuti in Libano , per aiutarli a reintegrarsi nella società. Prima azione del Centro è “creare le condizioni di fiducia affinché il soggetto abbia il coraggio di esprimersi.”, Afferma Denise che da anni lavora con ex detenuti, drogati, rifugiati e senza tetto. 200 persone dipendenti dalla droga vengono curate da AJEM, grazie anche ad un finanziamento della Cooperazione Italiana. Il Centro aiuta gli ex detenuti a ricostruire il rapporto con le famiglie, principalmente le mogli e i figli dopo la carcerazione e la riabilitazione nello shelter. “Quando si e’ in carcere, c’è sempre lo stigma e la relazione con la famiglia diventa problematica. A volte una reintegrazione non riuscita può portare a gravi violenze” commenta Denise che ci dice “Quando abbiamo aperto il nostro shelter ai persone vittime della droga, c’erano solo uomini e ci siamo chiesti perché?” racconta. “Poi abbiamo iniziato a realizzare delle campagne per far conoscere il nostro programma anche alle donne che vengono spesso obbligate dai compagni ad assumere la droga, loro malgrado. Per non aver paura e farsi curare perché è un loro diritto”. Anche perché “noi crediamo che tutte le vicende di droga in questo Paese abbiano un legame con la violenza.” E ancora una volta sono le donne ad essere più esposte: “Quando la persona che assume la droga è una donna, viene vista con maggiore stigma di un uomo e viene rigettata dall’intera società. È peggio.”

 

                                                                                                  Foto: In primo piano, Denise Abou Nassar con lo staff del centro durante la visita della Titolare di AICS Beirut,

                                                                                                                      Alessandra Piermattei (in fondo)- Copyright: Aics Beirut 

In missione in Siria e Libano il Direttore Rusconi ribadisce l’impegno della Cooperazione Italiana nella Regione

Si è conclusa oggi la missione del direttore AICS Marco Riccardo Rusconi iniziata il 9 febbraio scorso in Libano e in Siria, che ha consentito di confermare l’impegno dell’Italia per la costruzione della pace e la stabilità nella regione.

Il Direttore AICS si è recato a Damasco per una visita alle iniziative della Cooperazione Italiana dove ha annunciato l’apertura di un ufficio di accreditamento secondario dell’AICSMarco Riccardo Rusconi ha incontrato con il Coordinatore Umanitario delle Nazioni Unite, con il Segretario Generale della Mezzaluna Rossa siriana e i rappresentanti delle OSC italiane e delle UN.

Tutti gli interlocutori hanno sottolineato l’esigenza di continuare a fornire assistenza umanitaria salvavita e a rispondere ai bisogni di protezione della popolazione civile. Allo stesso tempo, appare prioritaria l’esigenza di migliorare l’accesso alle opportunità di sostentamento e ai servizi di base, mediante azioni che favoriscano la ripresa dell’economia e il ripristino delle infrastrutture essenziali, anche al fine di favorire un potenziale ritorno volontario, sicuro e dignitoso dei Siriani che dall’inizio della crisi hanno lasciato il loro Paese.

In Libano il Direttore Rusconi ha potuto incontrare alcuni dei principali interlocutori istituzionali coinvolti nella realizzazione degli interventi della Cooperazione Italiana nel Paese e partners ormai storici di AICS Beirut.

Insieme all’Ambasciatrice Nicoletta Bombardiere e alla Titolare della Sede AICS di Beirut Alessandra PiermatteiRusconi ha incontrato il Presidente del CDR  (Council for Development and Reconstruction) per passare in rassegna i progetti in corso con l’impegno comune di accelerare e portare a termine le iniziative previste nell’ambito di Accordi sottoscritti dai due Paesi.

Il Direttore ha poi incontrato il Ministro degli Affari Sociali, partner strategico per gli interventi che AICS realizza nel campo della protezione sociale, il Direttore Generale dell’Educazione, interlocutore privilegiato della Cooperazione Italiana per i progetti nel settore, i rappresentanti delle Delegazioni della Unione Europea per Libano e Siria, il Coordinatore delle Nazioni Unite e i rappresentanti delle organizzazioni della società civile italiana.

Oltre alla serie di importanti incontri istituzionali è stato possibile anche effettuare visite di terreno che hanno permesso di stare in contatto diretto con i beneficiari e verificare l’impatto sulla vita degli stessi e poter apprezzare la pertinenza degli interventi finanziati nei vari paesi.

Nel corso della missione, il Direttore ha visitato una delle cooperative agricole supportate dalla OSC Fondazione Giovanni Paolo II nella Valle della Beqaa per sostenere lo sviluppo economico rurale ecosostenibile e inclusivo, incentivando il cooperativismo e rafforzando le filiere agroalimentari ortofrutticole grazie alla certificazione dei prodotti e all’introduzione di innovazioni produttive, manageriali e commerciali.

Nella visita anche un incontro presso un campo informale di rifugiati siriani a Zahle, dove alcune attività sono sostenute dall’UNHCR nel quadro di un finanziamento della Cooperazione Italiana per il sostegno per l’accesso ai servizi di salute.

Sempre nell’area di Zahle la visita all’impianto di Depurazione, realizzato grazie ad un finanziamento italiano a sostegno dell’igiene ambientale e del trattamento delle acque reflue. Si tratta del primo impianto di trattamento a livello terziario nell’area, realizzato secondo criteri internazionali che ha contribuito significativamente alla riduzione dell’inquinamento ambientale e alla salvaguardia delle risorse idriche.

Altri due fra i luoghi simbolo dell’intervento italiano in Libano che hanno accolto il direttore AICS, il Museo Nazionale di Beirut e il meraviglioso sito di Baalbeck, entrambi restaurati grazie all’expertise di professionisti italiani.

Prima di concludere la sua visita, il direttore Marco Riccardo Rusconi si è recato in una scuola riabilitata grazie ad un finanziamento AICS ad UNICEF che ha potuto dotarle anche di pannelli solari per sopperire alla crisi energetica in corso nel Paese.

Una settimana di scambi, di dialogo e di confronto che ha consentito di conoscere meglio le dinamiche, i bisogni e le criticità delle iniziative di cooperazione nonché di avere chiavi di lettura per due Paesi che stanno vivendo crisi protratte.

Il Direttore ha concluso il suo intenso viaggio ribadendo che in entrambi i Paesi “occorre fare uno sforzo per combinare gli interventi nel settore umanitario e quelli nel campo dello sviluppo e della resilienza al fine di favorire percorsi virtuosi di crescita che permettano ai Paesi di poter coinvolgere tutti gli attori di sviluppo e sganciarsi progressivamente dall’aiuto esterno. In questo sicuramente gioca un ruolo importante il settore privato che la nostra Cooperazione intende sostenere attraverso tutti gli strumenti della legge 125/14. Altro elemento fondamentale è, con particolare riferimento al Libano, il sostegno e l’assistenza tecnica alle istituzioni affinché svolgano pienamente il loro mandato in maniera trasparente, efficace e in linea con gli impegni globali dell’Agenda 2030”.

Prima di lasciare Beirut, il direttore AICS, con l’Ambasciatrice italiana Nicoletta Bombardiere e la Titolare di AICS Beirut, Alessandra Piermattei ha incontrato i rappresentanti delle OSC italiane in Libano con le quali ha condiviso spunti ed esperienze, valutato il lavoro svolto congiuntamente nel Paese e discusso su come potenziare ulteriormente l’impatto della Cooperazione ItalianaNell’ambito della nuova strategia di AICS, l’apporto delle OSC quali soggetti di cooperazione ai sensi della Legge 125 è sempre fondamentale”, ha dichiarato il direttore Rusconi che poi ha sottolineato “che le competenze acquisite e la grande reputazione maturata sul terreno in anni di presenza in Libano fanno delle OSC italiane degli elementi fondanti ed essenziali alla realizzazione di progetti di cooperazione e al mantenimento dell’impegno dell’Italia nel paese.”

AICS installa attrezzature didattiche informatiche in 30 scuole pubbliche libanesi

Walid segue con attenzione la lezione, gli occhi sul grande schermo pieno di immagini e le orecchie attente alla voce dell’insegnante. “Il computer in classe – dice Hana, professoressa di biologia alla scuola pubblica di Deir el-Qamar – è uno strumento didattico importante. Permette di fare lezioni meno noiose per i ragazzi e offre molte opportunità di interazione con gli studenti. Purtroppo è difficile averne nella scuola pubblica.”
La scuola del villaggio nello Shouf è una delle 30 che, grazie ai fondi della Cooperazione Italiana, in questi giorni hanno ricevuto attrezzature didattiche informatiche. Queste scuole sono state selezionate dal Ministero dell’Educazione libanese e sono distribuite su tutto il territorio nazionale. Ognuno dei 260 kit comprende un computer portatile, un videoproiettore, una coppia di altoparlanti e tutto il necessario per l’installazione.
La fornitura è parte dei programmi finanziati dalla Cooperazione Italiana a sostegno della scuola pubblica in Libano. Un impegno che, dal 2016 a oggi, ha permesso – tra l’altro – la riabilitazione infrastrutturale di 70 scuole, per un valore superiore a 7,7 milioni di Euro.
In Libano la crisi siriana, che ha portato nel Paese circa 500.000 minori in età scolare, ha raddoppiato la popolazione scolastica. Così il sistema della scuola pubblica si è trovato ad affrontare una situazione senza precedenti.
“La scuola pubblica era già in difficoltà prima dell’arrivo dei bambini siriani – dice Fatma, della scuola di Addad – e abbiamo dovuto affrontare il raddoppio della popolazione scolastica- Non basta, purtroppo, l’impegno del Governo e degli insegnanti, abbiamo bisogno di ambienti salubri e di attrezzature che ci permettano di far stare i nostri studenti al passo con i tempi.”
Visitando la piccola scuola colpisce un albero di Natale realizzato con materiali di riciclo e la presenza in ogni classe di un bidone per la raccolta della carta e uno per la plastica.
“Sapevo che la plastica è pericolosa per la natura, ma non gli davo tanta importanza – racconta il piccolo Mohamed – poi la maestra con il computer ci ha fatto vedere dove finiva la nostra plastica. Tutta a fare una enorme isola nell’Oceano Pacifico, che è tanto pericolosa per i pesci. Da allora non la butto più dove capita e a casa mi arrabbio se lo fanno.”

Terza riunione del National Steering Committee del programma MADAD-RSCPl

Il 2 luglio si è tenuta in modalità virtuale la 3^ riunione del National Steering Committee (NSC) del programma MADAD-RSCP, presieduto da AICS e dal Ministero degli Interni e delle Municipalità (MoIM) del Libano. Erano presenti rappresentanti del MoIM, il Direttore Generale del Ministero degli Affari Sociali (MoSA) del Libano e il rappresentante della Delegazione dell’Unione Europea Responsabile per la local governance e le local authorities, oltre a rappresentanti AICS e al team tecnico di Programma.

Lo Steering Committee ha preso atto degli avanzamenti del Programma nonostante i diversi fattori penalizzanti (crisi economica e finanziaria, crisi sociale, pandemia e relativo lockdown, esplosione al Porto di Beirut…), e ha seguito con interesse la presentazione della Call for Proposals per le OSC internazionali che verrà lanciata a brevissimo e consentirà di avviare iniziative partecipate dalle municipalità libanesi in linea con gli obiettivi generali e specifici del Programma, recependola e confermando la sua pertinenza agli obiettivi condivisi.

Campagna #16 Giorno#4: La storia di Pauline, dai matrimoni “tossici” alla galera per traffico di droga

In questa storia raccolta dagli operatori di Ajem in una prigione femminile libanese, la donna racconta il suo incubo tra una famiglia violenta, diversi matrimoni falliti e il carcere.  

Pauline, classe 1989 di famiglia siro-cristiana e libanese con un livello di educazione fino alla scuola elementare. Ha vissuto con il padre, che si è sposato e ha divorziato più volte, cambiando religione per potersi sposare. A dodici anni, decise di lasciare la casa di suo padre e di trasferirsi nel monastero di Deir Aabrine per allontanarsi dal padre e da sua moglie per le violenze che subiva. Non ha conosciuto sua madre naturale fino all’età di diciotto anni.

Anche Pauline, emulando il padre, si è sposata più volte, la prima volta con un matrimonio precoce all’età di sedici anni, ha avuto tre figli, una femmina e due maschi. I mariti di Pauline erano violenti, alcoolisti, tossicodipendenti, hanno abusato di lei costringendo lei e sua figlia a prostituirsi e a spacciare droga.

Ha tentato di sfuggire a questa vita trovando un lavoro come tassista, ma non era abbastanza per pagare l’affitto di casa; pertanto, è stata sfrattata ed è finita a vivere per strada. Così si è rimessa a spacciare droga per sopravvivere e alla fine è stata arrestata.

Attualmente si trova in carcere da 18 mesi. I suoi figli, tutti ancora minori, si trovano presso vari istituti e associazioni.

Pauline non ha nessuno su cui contare, ma in carcere grazie alle attività del progetto della Cooperazione italiana sta trovando dei benefici. L’assistenza psicosociale è stata fondamentale per lei per riacquistare fiducia in sé stessa; la formazione professionale con cui sta imparando degli skills che le consentiranno di trovare un lavoro dignitoso una volta uscite dal carcere.

Con queste attività Pauline sta gettando le basi per ricostruirsi una vita futura, senza violenza e senza droga, da poter trascorrere un giorno fuori dal carcere in compagnia dei propri figli.