La Cooperazione Italiana e la sfida ambientale in Libano

Si è da poco celebrata la “Giornata Mondiale della Terra”: l’obiettivo di questa ricorrenza annuale è riportare al centro delle nostre riflessioni l’ambiente e l’impatto che l’uomo procura al pianeta in cui vive.

In Libano quella ambientale è una questione scottante e determinante per il suo futuro. Un piccolo Paese, grande poco più dell’Abruzzo, dove quotidianamente ci si confronta con una gestione dei rifiuti disattenta e fuori controllo, un inquinamento atmosferico visibile a occhio nudo, una carenza cronica nel trattamento delle acque reflue, un impoverimento costante dei bacini idrici, la contaminazione del suolo e delle falde idriche, la perdita costante di aree boschive e agricole. Tutti fattori che contribuiscono al deterioramento dell’ambiente naturale, aggravato dal massiccio ricorso ai combustibili fossili per combattere la cronica crisi energetica. Per contrastare le pressioni su aria, acqua e suolo gli sforzi della Cooperazione Italiana in Libano sono orientati allo sviluppo di numerose iniziative ambientali in corso e da avviare, per un totale di oltre 27 milioni di Euro a dono.

L’Italia è un donatore di riferimento per il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dell’Energia e dell’Acqua, il

Ministero degli Interni e delle Municipalità, la Civil Defence e varie Municipalità con interventi nel campo della conservazione ambientale, dello sviluppo sostenibile delle aree costiere e delle riserve naturali, dell’abbattimento dell’inquinamento industriale, della gestione dei rifiuti. Nella lunga battaglia per ridurre l’inquinamento provocato dal settore industriale, dal 2013 la nostra cooperazione è impegnata nel progetto di assistenza tecnica “Lebanon Environmental Pollution Abatement Project”, realizzato dal Ministero dell’Ambiente e UNDP con l’obiettivo di migliorare gli impatti ambientali dei cicli produttivi introducendo sistemi di certificazione ambientale.

Il programma ha coinvolto fino ad ora più di 30 imprese, attraverso l’implementazione di processi di corretta gestione ambientale e ha consentito ad oggi l’erogazione di circa 11.4 milioni di USD di crediti a favore di industrie locali per mitigare le pressioni generate dai processi produttivi, utilizzando il 75% delle risorse messe a disposizione dalla Banca Mondiale.

Ancora più di ieri, oggi l’AICS di Beirut è attenta all`urgente ricerca di modelli di sviluppo in grado di fornire una risposta alternativi a quelli basati su elevati livelli di sfruttamento delle risorse, di produzione di rifiuti ed inquinamento, di dipendenza dalle importazioni. Raccogliere la sfida ambientale in un paese come il Libano, stretto tra il Mar Mediterraneo e montagne che superano i 3.000 metri, significa investire nella sostenibilità dello sviluppo economico, umano e sociale, guardando alla valorizzazione dei risorse locali prima ancora di quelle globali. Per questo è indispensabile sensibilizzare la popolazione sull’importanza e sulla potenzialità della salvaguardia e della conservazione delle risorse naturali senza compromettere il diritto delle generazioni future di usufruire degli stessi beni.

 

 

 

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Campagna #16 giorno #8: Samar: le cicatrici emotive dello stupro e di continui abusi

Samar, nata nel 1980, ha avuto un percorso di vita turbolento, segnato da importanti difficoltà. Attualmente divorziata con tre figli, uno di 27 anni, una di 24 anni e, la più giovane, di 11 anni.

Le radici delle difficoltà di Samar risalgono alla sua giovane età, quando rimane vittima di uno stupro per mano dell’autista dello scuolabus. Un trauma che la condurrà poi a un matrimonio forzato con lo stesso uomo che l’ha stuprata. Il matrimonio è per lei una sfida estenuante, caratterizzata da violenza fisica quotidiana. Durante le sue gravidanze, Samar sopporta percosse e stupri da parte del marito, che causano il parto prematuro di due dei suoi figli.

Per un periodo, la famiglia di origine decide di darle sostegno economico. Ma nonostante questo, il rapporto con il padre rimane conflittuale e segnato da cicatrici emotive: egli, infatti, è la stessa persona che l’ha costretta a sposare il suo stupratore.

Il suo benessere emotivo è quindi segnato da un’ombra di paura e cospetto nei confronti delle due figure maschili principali della sua vita, il padre e il marito. Per un tragico effetto a catena, anche la figlia cade vittima degli abusi di suo padre. Cacciata da casa, si ritrova alla mercé della dura vita di strada.

Il ciclo di violenza è continuato durante i lunghi 36 anni di matrimonio, ma nonostante questo Samar, con estrema resilienza, riesce a sostenere la sua famiglia con la creazione di una piccola impresa di produzione di pane per la Chiesa.

Quando la figlia torna a casa accompagnata dal fidanzato, Samar viene accusata dal marito di avere una relazione con il fidanzato della figlia, motivo per il quale la figlia verrà definitivamente disconosciuta dallo stesso padre.

Samar, ostracizzata dalla propria famiglia, stremata dai continui abusi ricevuti, si ritrova inevitabilmente in una posizione vulnerabile che, per una serie di eventi, sfocerà nel suo coinvolgimento nell’uso e traffico di droga. Progressivamente si vedrà coinvolta in una spirale di criminalità che culminerà con il suo arresto.

Questa storia dimostra come i traumi subiti sin dall’infanzia e i continui abusi all’interno del nucleo familiare possano segnare la persona e condurla al crimine e quindi al carcere.

 

In segno di solidarietà con l’Italia il tricolore illumina i monumenti libanesi

La sera del 20 aprile il Ministero della Cultura libanese ha illuminato con i colori della bandiera italiana la facciata del Museo Nazionale di Beirut come gesto di solidarietà con il nostro Paese impegnato a combattere l’epidemia di  Covid 19. Contemporaneamente a Tiro, nel sud del Libano, le bandiere italiana e libanese illuminavano la torre dell’orologio.

Il Museo Nazionale e i siti archeologici di Tiro sono un simbolo dei forti legami che uniscono l’Italia e il Libano. L’impegno comune per la conservazione e la promozione del patrimonio culturale libanese è un esempio concreto della nostra partnership in campo culturale e in molti altri settori nevralgici del Paese dei Cedri.

A Qartabail cantiere del programma RSCP

Nell’ambito della visita di monitoraggio della Delegazione dell’Unione Europea in Libano, la Direttrice dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – Sede di Beirut Alessandra Piermattei e la Vicedirettrice Liana De Rosa hanno incontrato i rappresentanti dell’Unione delle Municipalità di Jbeil (Byblos), promotrice del progetto di costruzione della rete di canali per la raccolta delle acque piovane di Qartaba, in corso di completamento ad opera di AICS Beirut. Il progetto, finanziato dall’Unione Europea tramite il Trust Fund “MADAD” nell’ambito del programma “Resilience & Social Cohesion Programme” (RSCP), ha l’obiettivo di contribuire alla soluzione del problema stagionale di allagamento delle strade della cittadina, creando al contempo opportunità di lavoro temporaneo per soggetti vulnerabili scelti tra la comunità ospitante libanese ed i rifugiati siriani.
L’incontro ha permesso di valorizzare l’ottima collaborazione tra l’ente locale libanese e la cooperazione italiana, basata su un costante coordinamento ed un rispetto degli impegni reciproci. Ha fatto seguito un sopralluogo all’area dei lavori, in avanzato stato di esecuzione e prossimi al completamento.

 

                           

Campagna #16 giorno #9, L’Avvocato Khoury: “LOTTARE CONTRO LA VIOLENZA CON DETERMINATE POLITICHE E REGOLE”

Oggi la testimonianza di Adham El Khoury, avvocato e assistente legale in Mouvement Social

   Adham El Khoury è un avvocato libanese impegnato da anni in diversi settori, tra cui quello aziendale e commerciale, ma ha avuto l’opportunità di lavorare con Movement Social, organizzazione della società civile che collabora con AICS Beirut nel progetto di assistenza ai detenuti, tra cui le donne detenute nelle due carceri femminili di Baabda e Barbar El Khazen a Beirut.

Questo progetto per me è molto gratificante perché costituisce l’unico lavoro con scopo umanitario che svolgo, ecco perché mi appassiona. Da quando ho iniziato la mia collaborazione con Mouvement Social, sto aiutando persone vulnerabili che non possono  permettersi un avvocato difensore e che senza questo supporto rimangono senza difesa. Sento la responsabilità che mi assumo perché queste persone contano su di me “.

Per la campagna di #16 giorni contro la violenza di genere sulle donne,  così ha parlato Adham durante il colloquio coi nostri esperti. “Il lavoro che stiamo facendo grazie al contributo dell’AICS mi commuove quando vedo il risultato. Ciò significa aiutare i detenuti, in particolare le donne, seguire le loro pratiche nell’ambito dell’assistenza legale,  di cui la maggior parte dei detenuti sono sprovvisti, aiutarli ad ottenere una sentenza e a uscire dalla prigione.” L’assistenza legale è una delle componenti più importanti del progetto finanziato dall’AICS e questa è anche la prima richiesta delle persone detenute. In Libano non esiste il gratuito patrocinio, la difesa d’ufficio è rimesso al volontariato.

Quando qualcuno  e’ arrestato, la prima cosa di cui ha bisogno è un avvocato che spesso non ha. L’assistenza e legale e’ affidata a me per seguire il loro caso.”

Ricorda varie storie di donne mandate in carcere mentre erano anche loro stesse delle vittime. Storie che ci siamo impegnati a raccontare sin dall’inizio di questa campagna, indetta a livello centrale da AICS e suffragata a da queste testimonianze

Per l’avvocato Adam, “la violenza non ha genere, la violenza sulle persone va combattuta e basta.  Si dovrebbe agire a livello legislativo e regolamentare ma anche nella società e nelle comunità attraverso  campagne di sensibilizzazione per dare alle persone consapevolezza, e promuovere i diritti delle donne”.

Lebanon Environmental Pollution Abatement Project

L’assistenza tecnica fornita nell’ambito dell’iniziativa ha consentito, ad oggi, l’erogazione di 11.4 milioni di USD di credito a favore di aziende libanesi per mitigare l’impatto dei  cicli produttivi,  ovvero il 75% dei fondi messi a disposizione dalla World Bank  con grande soddisfazione di tutti i partner di progetto e delle autorità locali. Lo #svilupposostenibile tra le priorità del governo libanese per il rilancio dell’economia nel rispetto dell’ #ambiente.

 

 

La Cooperazione Italiana sostiene la sanità pubblica libanese con un programma finanziato a WHO

Il 19 maggio 2022 a Beirut il rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in Libano, Iman Shankiti e l’Ambasciatrice d’Italia, Nicoletta Bombardiere, e la Direttrice AICS di Beirut, Alessandra Piermattei, hanno firmato l’accordo per un finanziamento della Cooperazione Italiana a WHO di 1.616.000 euro, per un progetto che contribuirà a sostenere il rafforzamento dei sistemi sanitari pubblici. Due le componenti dell’iniziativa, la prima punta a migliorare la capacità di regolamentazione del Governo per l’accesso ai farmaci, espandendo il sistema di codici a barre dei prodotti farmaceutici a livello nazionale, la seconda è rafforzare la capacità degli ospedali pubblici di fornire servizi di qualità, soprattutto di emergenza. L’iniziativa è realizzata da WHO in stretto coordinamento con il Ministero della Salute Pubblica libanese e in linea con le sue priorità.

“Questa donazione è una continuazione del sostegno del governo italiano al sistema sanitario in Libano. Come sempre rimaniamo fedeli al nostro motto che la salute dovrebbe essere disponibile per tutti. Nessuno dovrebbe essere lasciato indietro”, ha detto Iman Shankiti.

L’Ambasciatrice Nicoletta Bombardiere ha dichiarato: “L’obiettivo della Cooperazione Italiana è contribuire alla salute globale promuovendo la copertura sanitaria universale, l’equità e l’accesso alla salute per tutti. Il rafforzamento del sistema sanitario pubblico e il miglioramento dei servizi sanitari di qualità sono esempi chiave della nostra strategia in questo settore”.

Alessandra Piermattei, Direttrice  AICS Beirut, al termine della cerimonia ha detto: “Per la Cooperazione italiana la salute è un aspetto essenziale dello sviluppo sociale ed economico della popolazione. Per questo motivo, consideriamo molto importante l’accesso alla medicina e all’assistenza sanitaria nell’attuale difficile contesto in Libano.”

L’Italia è sempre stata in prima linea nel sostenere il popolo libanese, anche con i contributi per il rafforzamento del sistema sanitario, sia in termini di governance e infrastrutture, sia in termini di miglioramento della qualità dell’assistenza. Recentemente la Cooperazione Italiana, per rispondere all’emergenza sanitaria scatenata dalla crisi economica, ha donato 500.000 euro di farmaci antitumorali pediatrici, medicinali consegnati al Ministero della Salute attraverso il WHO.

Campagna #16 STORIA #10: “Basma, vittima di violenza sul lavoro”

Oggi la storia di Basma, migrante detenuta in una prigione femminile in Libano.

 

Basma, 44 anni, viene dal Sri Lanka. È arrivata in Libano all’età di 19 anni e ha trovato occupazione come lavoratrice domestica presso una famiglia libanese. 

La sua esperienza lavorativa è stata una tortura, “mi picchiavano e maltrattavano continuamente, il marito anche con bruciature di sigarette sul mio corpo, dormivo in cucina, avevano sequestrato i miei documenti, mi chiudevano in casa e, oltre a tutto questo, non mi pagavano per il mio lavoro”.

Dopo un anno si è ammalata e ci ha raccontato  “Un giorno non avendo diritto ad un telefono, ho usato di nascosto il telefono della signora e ho chiamato un mio vicino in Sri Lanka per chiedere aiuto, la signora se n’è accorta e mi ha picchiata selvaggiamente, a quel punto per DIFENFERMI L’HO UCCISA con un coltello”.

Quindi Basma è stata arrestata e condannata al carcere  a vita. Grazie all’assistenza legale la sua pena è stata ridotta a 25 anni per buona condotta. Ha già scontato 24 anni e 6 mesi, pertanto tra poco uscirà di prigione e vorrebbe tornare in Sri Lanka dalla sua famiglia.

In prigione Basma è considerata un modello per le altre detenute, la Direttrice del carcere manda tutte le nuove arrivate da lei a fare una introduzione. Nell’ambito dei progetti finanziati da AICS, ha seguito corsi di formazione e ha lavorato come estetista, parrucchiera, sarta, artigiana, per produrre un po’ di reddito e mandare denaro a casa in Sri Lanka.

In prigione ho imparato come costruirmi una VITA MIGLIORE e come ESSERE DI AIUTO agli altri”.