Nel 1983, nel mezzo della guerra civile, il Governo Italiano e quello del Libano danno vita al primo accordo di cooperazione per la ricostruzione e lo sviluppo. La guerra si sarebbe conclusa solo sette anni dopo, ma l’Italia gettava le basi per un rapporto di solidarietà e cooperazione che non si è mai interrotto.
Con il primo contributo italiano fu costruita una stazione di pompaggio dell’acquedotto di Beirut, impianto ancora oggi funzionante ed efficiente.
A distanza di 36 anni, il 19 luglio scorso, è stato inaugurato lo “Zahle Wastewater Treatment Plant” (Zahle WWTP), realizzato con un finanziamento a credito d’aiuto italiano di Euro 22.396.153,43.
In Libano il nostro Paese si è sempre impegnato per la realizzazione di infrastrutture che hanno come obiettivo il miglioramento dei servizi, lo sviluppo sostenibile e la difesa dell’ambiente. Attualmente la Cooperazione Italiana, con un investimento di circa 114 milioni di Euro (102 milioni a credito d’aiuto e circa 12 milioni a dono), supporta il Governo libanese nel miglioramento del settore infrastrutturale del Paese costruendo impianti di depurazione delle acque reflue e reti fognarie in tutto il territorio.
Lo Zahle WWTP è un impianto per il trattamento delle acque reflue industriali e domestiche che contribuisce al risanamento di due importanti fiumi libanesi, il Litani e il Berdawni. Si tratta d un depuratore attualmente unico nel Paese.
L’impianto depura le acque reflue della città di Zahle e dei villaggi di Kaa El Rim e Hazzerta. In questa prima fase saranno ripulite le acque reflue prodotte dai 205.000 abitanti della regione, nel 2030 questo numero dovrebbe arrivare a 300.000, e dai siti industriali presenti nella zona.
La struttura darà un contributo significativo al risanamento dei due importanti corsi d’acqua e dei loro bacini idrografici e tutta la regione, che vede nell’agricoltura e nel turismo le principali attività economiche, ne trarrà vantaggio.
Dall’inizio della fase di sperimentazione operativa, circa un anno fa, nell’impianto sono stati trattati 16 milioni di m3 di acque reflue con un flusso medio di 20.000 m3 / giorno, e i risultati delle analisi sulla qualità dell’acqua dopo il trattamento, sono ottimi, rispondono ai parametri internazionali e l’acqua in uscita può essere impiegate in agricoltura.
Il Ministro dell’Energia e dell’Acqua libanese, Nada Boustani, intervenendo all’inaugurazione, ha sottolineato che questo impianto deve essere un esempio e un punto di partenza per il Libano, con l’impegno di ripulire i corsi dei fiumi per troppi anni usati come discariche.
Il lavoro della Cooperazione Italiana nel settore continua con la realizzazione di altri quattro impianti simili in diverse aree del Paese, con l`auspicio che presto si arrivi a più di 700.000 beneficiari nel Paese, a fronte di una popolazione stimata a circa quattro milioni.